Il 2023 comincia nel peggiore dei modi: con una balla ed una reazione di panico insensato, ancora una volta innescata dall’Italia.
La balla è che in Cina, dove il governo ha colpevolmente tolto tutte le restrizioni, il COVID sta dilagando, con milioni di contagiati e migliaia di morti ogni giorno. La reazione italiana è stata, ancora una volta, esemplare per irrazionalità e inutilità: tampone obbligatorio per tutti i passeggeri dei voli diretti dalla Cina che arrivano in Italia, non si sa per cercare cosa (nuove varianti, per definizione sempre meno pericolose?) o a che scopo (tracciare/contenere un virus ormai endemico da un paio d’anni?) o con quale logica (tracciare i relativamente pochi arrivi diretti in aereo e perdere tutti gli altri – la maggioranza – che arrivano da scali in area Schengen); ottenendo, come unico risultato, di trovare qualche centinaio di positivi asintomatici (circa il 50% dei testati, come nelle migliori endemie) affetti dalle stesse varianti presenti ovunque, per chiuderli (fiduciariamente) in casa per un po’ di giorni. Infine, la reazione italiana ha generato, anche stavolta, preoccupazione nel mondo, con alcuni paesi (Spagna e Francia, ad esempio) che si sono accodati nelle assurde misure di controllo, ma la maggior parte (Germania in primis), almeno per ora, non ci sono cascati; ed anche l’ECDC precisa: “lo screening dei viaggiatori dalla Cina è ingiustificato per l’Ue. I Paesi dell’Ue hanno livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione e le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell’Ue. La misura di screening dunque non è necessaria a livello dell’Unione Europea nel suo complesso” (la citazione non l’abbiamo verificata, ma è contenuta in un articolo degli agguerriti e ortodossissimi fact-checkers di Open, quindi la prendiamo per buona). Infine, per avere un’idea di quale livello di insensato terror panico si sia di nuovo instaurato nella popolazione grazie al rinnovato tam tam dei media, basta aprire un qualunque giornale (ad es. il testé citato Open, in un articolo di qualche giorno fa).
Per cogliere a pieno il senso di questa surreale vicenda consigliamo la lettura di alcuni articoli.
- Prima di tutto quello apparso su Wired il 30/12 in cui la Cina viene “coglionata” su tutta la linea, prima per le restrizioni assurde (dimenticando di ricordare che l’Italia è stata tra le più pedisseque seguaci di questa strategia) poi per il repentino annullamento di tutte le restrizioni ed il sacrilego “declassamento del Covid-19 a malattia infettiva di Categoria B” (peraltro denotando un certo “coraggio” di verità, ancora impensabile tra gli illuminati paesi occidentali); mentre, ovviamente, non si prova alcun imbarazzo nel dire che “tutto questo (avviene) mentre i contagi sono in aumento esponenziale. Secondo delle presunte stime citate in un incontro della Commissione nazionale per la salute potrebbero esserci stati quasi 250 milioni di contagi nei primi 20 giorni di dicembre, con 37 milioni di nuovi casi solo il 20 dicembre”. Il sottolineato è nostro, perché ci ha fatto cadere dalla sedia: i contagi SONO (indicativo, quindi certezza) in aumento esponenziale, tuttavia la notizia si basa non solo su STIME ma addirittura PRESUNTE e secondo cui POTREBBERO (condizionale) esserci stati milioni di nuovi casi… Sufficiente per finirla qui e buttare a mare tutta la vicenda. Ma è Natale, siamo magnanimi e proviamo ad approfondire ulteriormente.
- Proponiamo quindi un secondo articolo di Wired, pubblicato il 28/12, nel quale la questione è spiegata con maggiore dettaglio, pur senza trarne alcuna conseguenza logica sul piano della plausibilità della notizia né – tanto meno – suggerire alcun dubbio sulla intoccabile strategia italo/cinese di lotta al COVID; che sono proprio i due pensieri che ci sono venuti in mente, leggendo non tanto l’articolo in sé, quanto soprattutto le fonti1 in esso citate.
- Sulla situazione cinese ci si riferisce infatti ad un articolo dal sito della CNN (che cita, a sua volta, Bloomberg e Financial Times, che però non abbiamo potuto consultare direttamente, essendo siti a pagamento) il quale, tra le altre cose, parla di una “stima che la CNN non può confermare in modo indipendente” e racconta che tali dati stimati “sono stati presentati mercoledì durante una riunione interna della National Health Commission (NHC) cinese, secondo entrambi i media, che hanno citato fonti a conoscenza della questione o coinvolte nelle discussioni. (…) Venerdì, una copia di quelle che presumibilmente erano le note della riunione dell’NHC è stata diffusa sui social media cinesi e vista dalla CNN; l’autenticità del documento non è stata verificata e l’NHC non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento”. Insomma, chiacchiere di corridoio, non confermate e non verificabili; e, per di più, le fantomatiche cifre “sono in netto contrasto con i dati pubblici del NHC”, cioè con quello che l’ente cinese effettivamente dice. Da qui la nostra prima deduzione: tutta questa storia è probabilmente una balla o giù di lì.
- Quanto al merito delle implausibili cifre di cui sopra (“quasi 250 milioni di persone hanno contratto la Covid-19 nei primi 20 giorni di dicembre, pari al 18% della popolazione”) l’articolo di Wired aggiunge il riferimento ad un lavoro di stima inglese che, al di là dei numeri (comunque – lo ripetiamo – si tratta di stime basate su ipotesi che, per quanto metodologicamente valide, lasciano un po’ il tempo che trovano), spiega la situazione cinese, oltre che con i bassi livelli di vaccinazione (soprattutto degli anziani, perché sono state privilegiate le fasce in età produttiva, cioè più giovani e meno suscettibili – sic!), anche con un altro, fondamentale, dato di fatto: “la strategia cinese zero-COVID significa anche che la popolazione non ha quasi nessuna immunità acquisita naturalmente attraverso una precedente infezione”. Cioè l’uso massivo delle mascherine, i lockdown, i distanziamenti, le quarantene e tutte le altre balzane misure atte a ridurre la circolazione del virus tra gli immunocompetenti hanno impedito alla popolazione di immunizzarsi, in Cina come in tutti i paesi che ne hanno seguito l’esempio (Italia in testa); e, considerato che i vaccini cinesi (come i nostri) agiscono ben poco sui contagi, ciò significa che, con la nostra strampalata strategia di contrasto al virus fatta di tracciamento/contenimento e vaccinazioni a casaccio, non abbiamo ottenuto nulla, a parte l’aver inibito il meccanismo di resistenza più semplice e naturale (e ben collaudato da centinaia di migliaia di anni), in tal modo danneggiandoci da soli. Da qui la nostra seconda deduzione: la “strategia” italiana di lotta al COVID è stata (e rimane) del tutto fallimentare, irrazionale, controproducente.
Ecco quindi la vera notizia di questo inizio di 2023: che non è cambiato nulla dal 2020 in qua, che non abbiamo imparato alcunché dall’esperienza e che neanche quando la storia ci mette davanti al nostro fallimento siamo in grado di riconoscerlo. C’è poco da festeggiare…
- Chi volesse leggere in italiano i due articoli citati ai successivi punti 3 e 4, ne può leggere una traduzione alla buona cliccando qui. [↩]