Proposte

1) Agli insegnanti di matematica e scienze (e non solo…)

Propongo di far fare agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, lavori di approfondimento sui numeri e sulle caratteristiche della pandemia, attingendo direttamente ai dati ed elaborandoli, cercando di capire al di là del cibo premasticato che ci propinano i media. Un modo per applicare la matematica ed i concetti scientifici e della logica alla realtà che viviamo, calando le conoscenze “in vivo” e, comunque, imparando la teoria anche attraverso l’esperienza. Ma anche un modo per far passare un concetto importante (e, ahimé, ormai pressoché perduto), cioè che la scuola e quello che vi si impara servono alla vita, sono strumenti concreti per comprendere e per operare nell’esperienza di tutti i giorni, per diventare cittadini consapevoli e pensanti, non sudditi. E, chissà, arrivare anche a risultati sorprendenti…


2) Al Presidente Draghi, al Ministro Speranza, al Commissario Figliuolo

Propongo di procedere velocemente alla vaccinazione dei soli soggetti che rischiano la malattia grave (anziani e malati) e dei soggetti che devono curare questi ultimi se si ammalano (i sanitari), cioè soltanto i circa 19-20 milioni di soggetti indicati nella Tabella 2 del Piano Strategico vaccinale del Ministero della Salute, invece di perseguire la vaccinazione di massa per 45-60 milioni di italiani. Ciò in considerazione del fatto che l’incidenza della malattia grave e l’incidenza della mortalità, negli under-60 non affetti da patologie gravi, sono molto basse e che raggiungere la cosiddetta immunità di gregge è incerto e sostanzialmente inutile. In tal modo risparmieremmo parecchi soldi ottenendo pressoché lo stesso risultato e potremmo riaprire tutto entro maggio (e lo potremmo dire a tutti sin da ora, permettendo alle varie categorie economiche di uscire dall’incertezza e ricominciare a programmare).


3) Ai Responsabili della Sicurezza dei Lavoratori (RSPP) delle aziende ospedaliere

Ai miei colleghi RSPP delle aziende ospedaliere propongo di revisionare le Valutazioni dei Rischi per gli operatori dei reparti Covid tenendo conto dei dati epidemiologici e clinici ormai consolidati (Covid-19 = malattia che colpisce in forma grave meno dell’1% della popolazione e quasi esclusivamente oltre i 60 anni, con un’età mediana dei deceduti di 82 anni; mortalità tra gli operatori sanitari di gran lunga inferiore alla media della popolazione generale) ma, soprattutto, dando il giusto peso ai rischi da stress lavoro-correlato1 che provengono dai ritmi di lavoro e dal dover indossare continuativamente per molte ore dei DPI molto impegnativi (tuta con cappuccio, maschera FFP2/3, visiera, copricapo, copriscarpe, guanti). Stanti questi dati, se fossi il RSPP di un ospedale, mi batterei per: 1) DPI molto più semplici e confortevoli (normali indumenti di lavoro, mascherina FFP2, guanti nella manipolazione dei pazienti, occhiali o visiera durante le manovre con i pazienti); 2) procedure semplici e chiare (cambio d’abito obbligatorio e doccia a fine turno); 3) misure organizzative (aumento del personale, evitare l’aumento dei turni e dei carichi di lavoro). Misure che ritengo molto più che sufficienti e adeguate alla tipologia dei rischi effettivi cui i sanitari sono esposti. Considerato anche che, nonostante molti sanitari abbiano lavorato per mesi con DPI respiratori inutili, essi hanno avuto una mortalità per Covid sensibilmente più bassa rispetto alla popolazione generale (essenzialmente in ragione della età mediamente più bassa degli operatori)…


  1. Va ricordato, tra l’altro, che lo stress è una delle cause predisponenti all’abbassamento delle difese immunitarie. []