Cosa pensare?

Riparte la tiritera dei contagi, dei morti, dei vaccini, senza alcuna analisi, senza alcun distinguo, così come abbiamo sempre fatto in questi due anni.

In attesa di capire come si muoverà in materia il nuovo governo, cominciamo questo terzo inverno di passione registrando un paio di avvenimenti degli ultimi giorni, in modo che non vadano perduti.

Il primo riguarda la ripresa del catechismo pandemico di Don Fabio Fazio nel suo programma “Che tempo che fa” su Rai3, domenica scorsa, quando il Gran Sacerdote dei vaccini Roberto Burioni ha proferito, tra le altre amenità, anche la seguente perla di saggezza: “il vaccino fa sì che io possa essere qui e non in ospedale (…). Questo grazie al vaccino. Io ho fatto la settimana scorsa la quarta dose, penso che questo sia stato importante per far sì che la malattia non sia grave.” Concetto più tardi ribadito in un tweet: “Purtroppo, nonostante le attenzioni, anche io mi sono preso il COVID. A chi dice che il vaccino non funziona vorrei fare notare che mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale, dove probabilmente sarei finito senza vaccino.” Quindi il 60enne Burioni è convinto che, se non avesse fatto la 4a dose, sarebbe finito come minimo in ospedale. Vediamo quanto “probabilmente” ciò sarebbe potuto accadere: secondo i dati dell’ISS, prima dell’avvento dei vaccini e con la variante di Wuhan (quella più “cattiva”), la probabilità (di molto sovrastimata, a causa della pesante sottostima dei positivi asintomatici sul totale dei “contagiati” – ne parlammo qui) di finire in ospedale era, per un 60enne come Burioni, intorno al 5%: quindi non impossibile, ma era già allora decisamente improbabile che un 60enne in buona salute potesse finire in ospedale a causa del COVID (vieppiù oggi, con la variante omicron, meno pericolosa delle precedenti). Non sappiamo se Burioni appartenga ad una qualche categoria a rischio, ma se così non fosse avrebbe quindi detto un’enorme boiata.

Che tuttavia non gli è bastata. Subito dopo infatti ne ha detta un’altra: “Mentre fino alla variante Delta ci vaccinavamo anche per proteggere gli altri, da Omicron in poi il vaccino protegge soprattutto chi se lo fa.” Quindi, secondo Burioni, il vaccino una volta impediva il contagio e, se oggi non lo fa più, è solo a causa della variante omicron che è diventata prevalente. Ebbene ciò è completamente falso e lo sappiamo sin dall’inizio della campagna vaccinale: il vaccino protegge (abbastanza) dalla malattia grave (quindi protegge i fragili che la rischiano), ma non dal contagio né dal contagiare, cioè non protegge dal risultare positivi; e questo avveniva sia con le vecchie varianti sia con la omicron (e, con quest’ultima, anche di più, visto che è più contagiosa delle precedenti e visto che abbiamo messo su una campagna vaccinale ad epidemia in corso e, da che mondo è mondo, sappiamo che ciò stimola un virus a sviluppare varianti capaci di evadere il vaccino stesso).

Il secondo avvenimento da ricordare, che si collega proprio a quanto testé detto, è il polverone sollevato in merito all’audizione al Parlamento Europeo della presidente dei mercati internazionali di Pfizer, Janine Small, che sarebbe stata messa alle strette da un eurodeputato olandese riguardo alla scarsa efficacia del vaccino nella protezione dai contagi. La notizia in sé ci dice poco, è una cosa che sappiamo bene da tempo, come abbiamo detto poco fa; semmai può essere interessante che non si sia trattato della “rivelazione” di un pericoloso no-vax in un consesso di complottisti, ma dell’ammissione fatta da un alto funzionario di una casa farmaceutica, che produce il vaccino COVID più somministrato in Europa, davanti ad un’alta istituzione sovranazionale; ma nulla più. E, tranne che in pochi casi, i media e i fact-checkers o non se ne sono occupati o si sono limitati a difendere le posizioni istituzionali (ancorché irte di criticità non colte) e a polemizzare su aspetti secondari, mentre praticamente nessuno ha colto l’ovvio:

1) lo sapevamo da sempre (anche noi ne abbiamo parlato tante volte, ad esempio qui);

2) per avere la prova che il vaccino non ha effetto sui contagi basta digitare “dati covid oggi” su Google e guardare i grafici che ne risultano:

Mettendoli a confronto tra loro, pure alla buona come abbiamo fatto noi, ci si accorge che l’andamento della vaccinazione (grafico con curva verde), non ha alcuna correlazione con quello dei contagi (grafico più in alto) i quali sono enormemente di più oggi che non nel 2020-21, mentre sembra esserci una maggiore correlazione con la diminuzione di ricoveri e decessi (come si vede dalle curve più basse nel 2022);

3) vaccinare tutti per proteggere i fragili non è mai servito a nulla (se il vaccino non protegge dal contagio e dal contagiare), tuttavia bastava vaccinare i fragili (perché il vaccino li protegge abbastanza) per ottenere il risultato;

4) l’obbligo vaccinale ed il vergognoso green pass (quello all’italiana, non quello pensato dalla UE) non avevano, perciò, né senso, né utilità, né legittimità.

E c’è un quinto punto, ovvia conseguenza dei primi quattro: cosa pensare di Burioni, alla luce di quanto appena detto? È lo stesso dilemma che più volte ci siamo posti anche per Draghi che – non ce lo dimentichiamo – disse: “non ti vaccini, ti ammali e muori; oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore”; per Locatelli che voleva il “patto generazionale” ed ha spinto per la vaccinazione dei bambini; per Mattarella che diceva “non si può invocare la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, come licenza di mettere a rischio la salute e la vita altrui”; per Speranza, convinto che “la libertà che abbiamo conquistato è grazie ai vaccini” e che “gli italiani sono molto protetti grazie al fatto che oltre il 90% ha completato il ciclo primario”; e così via…

Quindi sì, ricomincia la tiritera e, per ora, non c’è nulla di nuovo.