La fiera delle falsità

Ossequiando il saggio Hammurabi, Walter Ricciardi ritiene di dover applicare anche oggi l’antico principio dell’ “occhio per occhio” declinandolo in un moderno “balla per balla”, col quale ha inteso rispondere, dalle pagine di Repubblica, a quanto detto dal Presidente del Consiglio nell’ultima conferenza stampa (dal minuto 42.00 al 44.00, per chi la vuole ascoltare), parole che l’articolo definisce “bugie” e che, per quanto ci riguarda (pur con la morte nel cuore, per alcuni di noi), non possiamo che quasi integralmente approvare. E ciò non sulla base di una acritica presa di posizione ideologica, ma a partire dai dati che, chi legge questo blog e/o il nostro libro, ormai ben conosce. Proprio per questo confidiamo che anche solo la lettura attenta dell’articolo di Repubblica (se riuscite a non vomitare già al titolo e sottotitolo) vi sia sufficiente a cogliere le innumerevoli inesattezze e forzature che esso contiene (per la precisione si dovrebbero definire “stronzate”, ma cerchiamo di evitare i tecnicismi), la cui disamina puntuale richiederebbe molto tempo (e molta voglia, che non abbiamo più). Limitiamoci, perciò, alle balle più macroscopiche.

E cominciamo col dire che la Meloni, affermando che “l’Italia è il Paese [in realtà ha detto “uno dei paesi“, ma va beh – n.d.r.] che ha avuto più morti di Covid pur applicando le misure più pesanti di tutti“, non ha affatto detto una balla; ha fatto, certo, un discorso generico e senza portare dati a supporto, ma noi, che i dati li conosciamo, sappiamo che ha ragione (ne abbiamo parlato molte volte, ad esempio qui e nel capitolo 2.6 del libro).

Invece Ricciardi e l’articolista di Repubblica, nel cercare di sconfessare questo “tipo di narrazione molto cara anche al mondo No Vax ma che è falsa”, quanto a balle non si sono risparmiati. “«Non è affatto vero quel che dice il governo», spiega Walter Ricciardi, igienista della Cattolica e già consulente di Speranza. «I dati rivelano che nel 2020, anno nel quale siamo stati investiti per primi dalla pandemia, siamo stati quinti al mondo per numero di decessi ogni 100 mila abitanti, dietro a Paesi come Perù e Belgio”. Se invece si osserva il 2021 “siamo al 53° posto. E questo è successo anche se la popolazione italiana è più anziana al mondo, e quindi più fragile ed esposta a un virus di questo tipo”. I numeri del 2021 sarebbero legati agli effetti delle chiusure e in generale delle politiche anti Covid adottate dal nostro Paese nel 2020, il primo ad affrontare la pandemia. (…) Ricciardi cita i numeri di una pubblicazione della stessa Cattolica, a firma di Michela Garlaschi.

Ovviamente siamo andati a vedere questa pubblicazione, la quale in effetti riporta alcuni dati (niente di eclatante, per la verità), ma, proprio perché tali dati non sono del tutto univoci, non si avventura nelle demenziali interpretazioni di Ricciardi e Repubblica i quali, per il loro scopo, scelgono bene solo quelli che fanno loro comodo. Si veda ad esempio questo grafico, contenuto nella stessa pubblicazione che intervistato e giornalista sembrano aver letto:

Qui si vede che, tra i 26 “paesi avanzati” considerati, l’Italia nel 2020 (linee blu) era al 2° posto nella poco invidiabile classifica dei morti Covid per 100.000 abitanti, mentre nel 2021, cioè non solo dopo le misure, ma anche dopo l’avvento dei vaccini (linee gialle), era al 5° posto. Si noti, inoltre, che l’Italia, tra il 2020 e il 2021, nonostante dette misure e vaccini, non ha fatto tutto questo grande progresso (passando da 123 a 107 morti per 100.000 abitanti) e che, tranne pochi casi (Belgio, che forse ha semplicemente smesso di contare i morti generosamente, Spagna, Svizzera e Svezia), in generale nessuno dei paesi avanzati considerati ha registrato performances migliori nell’anno dei vaccini rispetto al precedente, circostanza che peraltro sarebbe confermata un po’ in tutto il mondo, come si evince dal grafico successivo (che qui riportiamo, ma che prendiamo con le pinze perché è talmente pazzesco da farci sospettare un refuso di stampa):

Ricciardi dice il vero, invece, quando afferma che, nel 2021, l’Italia si pone al 53° posto della classifica internazionale (cioè quella che comprende tutti i paesi del mondo, a prescindere dalle loro condizioni economiche, demografiche e di qualità dei sistemi sanitari, quindi una classifica di scarso significato), ma dimentica di far notare che i numeri italiani rimangono – inspiegabilmente – ben peggiori di quelli dei paesi suoi simili (Germania, Francia, Spagna, Austria, Svezia, Olanda, Giappone, etc. – questo sì un dato significativo):

Insomma i numeri italiani del 2021 non sono così migliori di quelli del 2020, né in generale sono migliori di quelli di altri paesi simili, eppure secondo Repubblica “i numeri del 2021 sarebbero legati agli effetti delle chiusure e in generale delle politiche anti Covid adottate dal nostro Paese nel 2020”; peggio ancora, secondo Ricciardi “avremmo potuto certamente fare meglio, ma con misure ancora più dure, non più morbide. Ad esempio quelle che hanno adottato Germania e Francia, che hanno fatto lockdown nazionali molto più tempestivi e prolungati di noi: è anche falso, quindi, che noi abbiamo adottato misure più dure degli altri”. Ci sfugge qualcosa?

Andiamo a vedere lo Stingency Index di Our World in Data (sito peraltro citato, a sproposito, anche dallo stesso articolo) e mettiamo a confronto i dati del Containment and Health Index (definito come “misura composita basata su tredici indicatori di risposta politica, tra cui chiusure di scuole, luoghi di lavoro, divieti di viaggio, politiche sui test, tracciamento dei contatti, mascherine per il viso e politiche sui vaccini ridimensionate a un valore da 0 a 100” dove 100 rappresenta il livello più restrittivo) di Italia, Germania e Francia, per capire se Ricciardi, per caso, ha ragione:

No, non ci sfugge niente, si tratta proprio di un’altra colossale balla, perché Germania (linea viola) e Francia (linea beige) hanno applicato politiche mediamente meno restrittive delle nostre (linea blu).

Infine, la conclusione del ragionamento di Ricciardi è pienamente coerente con le falsità già dette: “Sia il governo Conte che il governo Draghi hanno sempre posto l’evidenza scientifica alla base delle decisioni, facendosi supportare da Istituto superiore di sanità, Consiglio superiore di sanità e due Cts, dove c’erano scienziati e medici tra i più rilevanti e qualificati del Paese. Nel primo c’erano clinici di alto livello nel campo della pediatria, della geriatria, dell’anestesia, della pneumologia, dell’infettivologia. Non mi pare altrettanto basata sull’evidenza scientifica la decisione di riammettere il personale sanitario No Vax in grado di trasmettere l’infezione alle persone più fragili, in ambienti in cui il rischio dovrebbe essere minimizzato e non amplificato.” Sorvolando sulla prima parte, talmente ridicola da essere incommentabile, ecco l’ultima balla sparata da Ricciardi, degna chiosa al delirante articolo: chi si vaccina non trasmette il virus, mentre chi non si vaccina sì. Ne abbiamo parlato un milione di volte (l’ultima qui) e non sappiamo più come dirlo, ma anche i muri ormai sanno che il vaccino è utile per prevenire la malattia grave ma non ha alcun effetto sui contagi (e neanche chi lo produce lo ha mai studiato a questo scopo); ma tanto non serve a niente, se in questi stessi giorni, la stessa balla l’abbiamo dovuta subire non solo da Ricciardi, ma anche da Galli che parla del “dovere di tutelare i propri pazienti, evitando di esporli ad infezioni che possono essere prevenibili nel personale sanitario”, nonché, con diversa accezione, da Crisanti (“se leviamo la multa a quelli che non si sono vaccinati, dovremmo premiare quelli che si sono vaccinati”) e Bassetti (“è uno schiaffo pesante al 95% degli italiani che si sono vaccinati. Ed è un altrettanto schiaffo al 99,3% dei medici italiani che si sono vaccinati. Perché è come dire ‘siete dei cretini, hanno fatto bene quelli a non vaccinarsi’.”) i quali praticamente dicono che vaccinarsi è stato un atto eroico (cioè rischioso? Ma non era un argomento no-vax?) a protezione della società e non semplicemente un atto medico a protezione di chi si è vaccinato (che, da che mondo è mondo, è lo scopo di qualunque vaccinazione; la cosiddetta “immunità di gregge”, cioè la protezione dei pochi non vaccinabili per mezzo dei molti vaccinati, è solo un effetto secondario e, tendenzialmente, di lungo periodo, comunque non perseguibile con i vaccini Covid).

Come detto altrove, anche noi, sul tema Covid, aspettiamo al varco il nuovo governo (che per ora, al di là degli encomiabili annunci, non ci ha impressionato granché nella pratica), ma basta balle, per favore, non se ne può più…